Rendimenti 2022 negativi, ma sul lungo periodo il Fondo batte il TFR - Fondo Pensione Complementare dei Giornalisti Italiani
ATTIVITÀ 22 Dicembre 2022

Rendimenti 2022 negativi, ma sul lungo periodo il Fondo batte il TFR

Questo 2022 è stato un anno tremendo per tutti i mercati finanziari: la guerra scatenata da Putin in Ucraina, la crisi energetica e il ritorno dell’inflazione sono stati un mix di fattori negativi per ogni investimento. Anche il Fondo Pensione Complementare dei Giornalisti Italiani ne ha risentito, ovviamente: dei nostri 4 comparti d’investimento solo il Garantito, legato al rendimento della gestione assicurativa e che non tiene conto delle oscillazioni dei mercati ma solo dei flussi di cassa, da inizio anno a fine novembre guadagna (+ 0,88%), mentre nello stesso periodo perdono il Breve Termine (- 1,53%), il Medio Termine (- 9,60%) e il Lungo Termine (- 11,43%). Va peraltro notato che negli ultimi due mesi c’è stato un recupero delle quotazioni (per esempio il Lungo Termine segna + 4,72% nell’ultimo bimestre ottobre/novembre) che rappresenta solo un parziale sollievo rispetto al pessimo andamento della prima parte dell’anno.

Credo sia importante il confronto con gli indici azionari e obbligazionari globali per ricordare agli iscritti del nostro Fondo che quasi tutti gli investimenti sono stati negativi nel 2022: per esempio il Bloomberg Global Aggregate Corporate Total Return Index (indice mondiale delle obbligazioni) segna da inizio anno a fine novembre – 15,56% mentre il MSCI World Net Total Return USD Index (indice delle azioni dei mercati sviluppati) segna – 14,51% nello stesso periodo. La crisi finanziaria 2022 quindi ha coinvolto sia gli investimenti in azioni sia quelli in obbligazioni, che peraltro avevano già sofferto anche nel 2021. E si tratta di un fatto del tutto nuovo nell’ultimo mezzo secolo: in passato, negli anni in cui le borse mondiali perdevano, le obbligazioni guadagnavano, invece quest’anno hanno perso tutti i mercati.

Il panorama è dunque completamente cupo? Non del tutto. Intanto perché, come già detto, negli ultimi mesi si è già registrato un recupero ed è possibile che questo trend di ‘rimbalzo’ continui anche nel 2023. Soprattutto, perché i Fondi pensione come il nostro vanno valutati non a breve termine, bensì nel lungo periodo: nonostante il rendimento negativo del 2022, negli ultimi vent’anni il comparto Lungo Termine (ex Mix) vanta un rendimento cumulato di + 77,1% (molto più alto del TFR lasciato in azienda che ha reso + 64,9% nello stesso periodo) mentre il comparto Medio Termine (ex Prudente) segna + 62,3%.

Come è evidente, l’investimento nel Lungo Termine si è dimostrato vincente negli ultimi vent’anni. A questi rendimenti storici, aggiornati a fine novembre, va aggiunto un ‘dettaglio’ assai importante: conferendo il TFR nel Fondo, il giornalista può aggiungervi il versamento del contributo (che altrimenti perde) dell’azienda e un contributo a suo carico (che può essere anche solo pari allo 0,1%). Tutto ciò, fa diventare il Fondo molto più conveniente del TFR lasciato in azienda.

Facciamo un esempio: un giornalista che negli ultimi vent’anni abbia avuto una retribuzione contrattuale in crescita da 25.000 euro lordi annui fino a 44.000, aderendo al Fondo ha avuto un versamento del contributo medio di 330 euro annui da parte dell’azienda e di 33 euro medio (come minimo) da parte del lavoratore, quindi, compreso il TFR conferito, in totale i versamenti al Fondo da parte del giornalista ammontano a poco più di 46.000 euro in vent’anni. Lasciando il TFR in azienda, la nostra Funzione finanza calcola che questo giornalista si ritrova dopo vent’anni un capitale di 58.897 euro (+ 2,67% annuo di rendimento), mentre investendo nel Fondo con il comparto Medio Termine il capitale cresce a 62.464 euro (oltre 3.500 euro di capitale in più e rendimento del 3,11% annuo) e investendo nel comparto Lungo Termine il capitale arriva a 67.385 euro (ben 8.487 euro in più rispetto al TFR lasciato in azienda e rendimento del 3,87% annuo). A ciò va aggiunto il vantaggio fiscale dell’investimento previdenziale nei Fondi pensione, su cui la nostra newsletter ha già dato informazioni e se ne tornerà a scrivere nel 2023.

Infine, va ricordato che il cambio di comparto è possibile solo una volta all’anno, nel mese di maggio, ed è un’operazione da ponderare con attenzione, senza farsi prendere dal panico dopo un anno come il 2022 di risultati negativi che però vengono storicamente compensati in modo ampio nel lungo periodo.

Edmondo Rho

Consigliere d’amministrazione del Fondo – Coordinatore della Commissione Patrimonio e Finanza

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